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Armeria farnesiana e borbonica

L’Armeria, Istituita nel 1864 da Annibale Sacco, direttore della Real Casa Savoia, che trasferì nella reggia di Capodimonte le collezioni dell’Armeria Segreta di Ferdinando II, fino ad allora collocate precariamente in alcuni locali del palazzo Reale di Napoli, è situata al piano nobile del Museo in cinque sale (46-50) attigue all’Appartamento Storico, si compone sopratutto dei nuclei farnesiano e borbonico.
Il primo è composto da armi da fuoco, da taglio e da difesa, da armi bianche, spade e pugnali italiane, tedesche e spagnole, oltre che da un importante insieme di armature e guarniture, da guerra e da torneo, appartenute a personaggi di casa Farnese, opera di famosi armaioli milanesi attivi tra il Cinquecento e il Seicento.
Accanto a queste è possibile ammirare alcuni esemplari di pistole a ruota di produzione bresciana ed archibugi della guardia di Alessandro Farnese, tutti esemplari che si collocano tra la fine del XV e quella del XVII secolo. Il secondo nucleo vanta una serie di prestigiose armi da fuoco di manifattura madrilena, giunte a Napoli al seguito di Carlo di Borbone, ed un cospicuo gruppo di armi prodotte dalla Real Fabbrica di Napoli di Torre Annunziata, sorta per soddisfare le esigenze dei reparti dell’esercito borbonico, ma che si specializzò anche nella realizzazione di raffinati fucili da caccia per uso della corte.
Alcune recentissime scoperte, frutto di appassionate ricerche inventariali, hanno restituito alla collezione borbonica due pezzi cinquecenteschi di gran pregio, una borgognotta ed una rotella, per anni erroneamente considerati di provenienza farnesiana, ma in realtà provenienti dall’antica armeria di Canicattì.